Ernesto Biondi
Le Marie al Sepolcro (1903)
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Ernesto Biondi Biografia
Ernesto Biondi (Morolo 1854 - Roma 1917) è stato uno scultore italiano del XIX secolo. È nato a Morolo in Ciociaria il 30 giugno 1855; si trasferì a quindici anni a Roma, e frequentò in quell'Accademia di Belle Arti la Scuola di scultura del fiorentino Girolamo Masini, presto allontanandosi però dai canoni estetici appresi in quel pur qualificato insegnamento, per avvicinarsi al verismo sociale, in gran voga negli ultimi decenni del secolo scorso, dimostrando nelle sue opere manifesta propensione per la maniera pittorica ediritmi serrati, trasfondendo in molte sue opere il sentimento ineluttabile della fatalità da cui egli era dominato. Nelle sue opere egli dimostra la sua simpatia per l'umile gente, la sua fatica e la sua miseria, come nel piccolo bronzo “Povero Cola", raffigurante un misero ciociaro che seduto per terra si scioglie in lacrime per la morte del suo somarello, e nel bronzo "Povera gente" gruppo di persone curve, quasi schiacciate dalla loro triste condizione, e nel bronzo "San Francesco d'Assisi" del 1890, in cui il Santo è rappresentato con linee essenziali, che concorrono tuttavia ad esaltare l'espressione ieratica del volto e di tutta la figura. Fino al 1899 egli lavorò, per un decennio circa, al grande gruppo in bronzo "I saturnali", ora nel giardino interno della Galleria nazionale d'arte moderna a Roma, ispirato dalla famosa opera "I Parassiti" di Achille D'Orsi; in esso il Biondi con verismo dalla plastica robusta, appunto nei modi dello scultore napoletano, ma soffuso, e quasi temperato da una sottila vena d'umorismo, raffigura una scena colossale sul tema dei saturnali della Roma antica: si tratta di dieci figure di grandezza naturale, scatenate nell'orgia; il personaggio centrale è un fanciullo che si sforza di separare il grasso senatore ubriaco dalla giovane e seducente patrizia che si abbandona al gladiatore che le sta di fianco. Le figure sono atteggiate come su di un placoscenico, tutte di fronte, col risultato di un'efficacissima rappresentazione. L'opera dette grande fama al Biondi; fu premiata a Parigi, all'esposizione universale del 1890, e fu esposta al Metropolitan Museum di New York; intorno ad essa si scatenò una famosa e complessa polemica, durata a lungo, perchè il gruppo fu tacciato d'oscenità. Pure ispirato al verismo sociale è il suo gesso "Povere recluse?" o "Le desolate" con cui l'artista volle denunciare la triste condizione conseguente alla reclusione: sono quattordici figure in piedi, di profilo, e una quindicesima piegata a terra, dai cui volti traspare un acuto senso di tragedia e di desolazione. Altre sue opere sono il bronzo “Baci e carezze", ora alla Pinacoteca Comunale di Ascoli Piceno; la statua marmorea del giuraconsulto "Gaio" per il Palazzo di Giustizia di Roma, lato verso il Tevere; eseguì anche monumenti celebrativi quali il nonumento in bronzo a Menotti Garibaldi, raffigurato all'aratro, nella cittadina di Albano Laziale, il monumento della "Libertà" nella città di Frosinone e quello colossale, inaugurato nell'anno 1904 in Santiago, agli eroi della Repubblica Cilena Manuel Monti e Antonio Varas. Ernesto Biondi è morto a Roma il 5 aprile 1917.
FONTE: Gli scultori italiani di V.Vicario
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